MUSEO DELLE TRADIZIONI AGROALIMENTARI DELLA SARDEGNA
Il Museo delle Tradizioni Agroalimentari della Sardegna ha sede nella seicentesca casa Steri situata nel cuore del centro storico di Siddi, a ridosso della chiesa parrocchiale, con la quale suggestivamente, quasi si confonde. La casa appartiene ininterrottamente da alcuni secoli alla stessa famiglia di notabili del paese ed è costituita da un sistema di corpi architettonici realizzati in epoche successive.
Si caratterizza per la complessa articolazione di spazi costruiti e spazi aperti recintati tipica delle case a corte del Campidano: locali abitativi, locali per la trasformazione dei prodotti agropastorali, logge, ricoveri per animali da lavoro e da cortile. La specializzazione degli spazi riflette la complessità della proprietà e della organizzazione dell’azienda familiare, delle sue trasformazioni nel tempo, del ruolo sociale che la famiglia e l’azienda per secoli hanno svolto nella comunità.
A partire dalle memorie della casa, delle sue peculiari consuetudini di vita, quotidiana e festiva, dell’organizzazioni dei lavori domestici e dei cicli produttivi agrari, il Museo documenta consuetudini, saperi, tecniche di produzione, modi di cucinare e consumare il cibo che appartengono all’intera comunità, di cui riflettono i molteplici aspetti della vita materiale e simbolica tradizionale e la trama complessa dei rapporti sociali.
Il Museo, che per certi versi si ispira, soprattutto laddove opera una ricostruzione filologica degli spazi lavorativi, all’idea di casa-museo, vuole essere innanzitutto “museo del cibo”, dunque museo tematico. Cuore pulsante del progetto museografico, la casa Steri e la documentazione che da essa prende l’avvio nello stretto legame con le risorse e i cicli agrari locali, introducono ad una storia alimentare più ampia della Sardegna rurale e dei modi “sardi” di produrre e consumare il cibo. A questo tema l’allestimento dedica uno spazio espositivo specifico (sala di lettura), dove sono presenti scritti di antropologi, archeologi, storici, nutrizionisti.
Il percorso espositivo: piano terra
Cortile stallETTE mangiatoia
Al centro del cortile si trovano il pozzo, gli abbeveratoi e su laccu per lavare la biancheria. Circondano il cortile piccoli e caratteristici edifici rustici: le stallette per i cavalli e i maiali, il pollaio, la conigliera e il deposito dei gasometri dell’acetilene. Nella mangiatoia per i buoi, composta da dieci laccus, sono esposti una grande botte e un carro a buoi. Il recente restauro delle stallette ha dato vita ad una nuova esposizione e alla riorganizzazione degli spazi per l’accoglienza.
Sala
La sala di rappresentanza con le sue bellissime pareti, dipinte nel 1910, con motivi liberty di tralci di fiori di mandorlo e limoni (logo del museo) accolgono e sorprendono il visitatore. Attualmente è destinata ad ospitare “eventi” e mostre temporanee.
Dispensa
La vecchia dispensa della casa, con i suoi antichi “odori”, ripropone i modi di conservare frutta, ortaggi e salumi. Piccoli macinini, strumenti per insaccare la salsiccia, fiaschi, bottiglie e contenitori completa l’allestimento il ceppo di legno a tre piedi per la lavorazione e il taglio delle carni.
Sala di lettura
Nel passato camera da pranzo e “stanza dei conti”, oggi è uno spazio espositivo specifico: sala di lettura. Scritti di antropologi, archeologi, storici, nutrizionisti sulla storia e le consuetudini alimentari della Sardegna sono raccolti in album consultabili e impreziositi da una ricca iconografia e disposti sopra particolari leggii di canne.
Stanza del pane
Destinata nel passato a luogo del consumo familiare quotidiano e alla panificazione domestica, contiene l’esposizione “de su strexu ‘e venu”: setacci, canestri, ceste, xiveddas di argilla, pale da forno, ecc., di varia misura e l’album che descrive il “ciclo del pane”. Nel piccolo armadio a muro, un tempo moschiera per conservare il cibo residuo del pranzo o della cena, sono custoditi tanti attrezzi per la preparazione dei dolci.
La Cucina
La cucina costituisce forse uno degli ambienti più suggestivi di casa Steri, con le sue talvolta originali soluzioni funzionali, come lo sfiatatoio basculante sul tetto, sa forredda per arrostire la carne, il monumentale bancone in muratura coi fornelli a carbone per la cottura degli altri cibi, la nicchia per le brocche, l’impianto d’illuminazione ad acetilene. Nell’album “Il cibo raccontato” sono documentate le tradizioni alimentari di Siddi in relazione a contesti diversi del consumo quotidiano, festivo o eccezionale, e alla condizione sociale delle famiglie.
Locale della macina: il Mulino
Il mulino per i cereali, così come la mola per le olive, era azionato da un cavallo. Questa macchina preindustriale riveste particolare interesse in quanto in Sardegna costituisce un livello tecnologico scarsamente documentato rispetto, ad esempio, alla mola domestica asinaria; viene descritta esaurientemente nell’album dedicato alla “molitura”.
Frantoio e Caseificio
Nel passato un unico locale era adibito a frantoio per olive e a caseificio. Le due attività potevano spazialmente coesistere in quanto generalmente svolte in periodi differenti dell’anno; qui la documentazione esposta sui leggii descrive il “ciclo dell’olio” e il “ciclo del latte” e le relative attività di trasformazione.
Primo piano
Granai
I granai, come era in uso, si trovano al primo piano della casa. Nel granaio piccolo, sono esposti i pannelli in cui si illustra la storia della famiglia, della casa e del suo restauro.
Nel granaio grande sono esposti gli strumenti del lavoro agricolo di proprietà dell’azienda Steri: attrezzi per la lavorazione del suolo e da presa, attrezzi da taglio e da percussione, marchi per animali, utensileria per lavori di ripristino di vario tipo. L’esposizione è corredata dalle schede di identificazione degli oggetti, degli album con testi sul “ciclo del grano” e sul “ciclo dell’uva“, da gigantografie di foto d’epoca inedite.
camera blindata
Un tempo camera da letto e di vigilanza per la presenza di due feritoie che permettevano il controllo dell’ingresso alla casa e quello delle stalle e dei fienili che si trovano nel caseggiato di fronte al museo. Oggi ospita la prestigiosa collezione etnografica del famoso pittore sardo Foiso Fois.
camere private
Francesco Steri realizzò, intorno alla metà dell’ottocento, al primo piano della casa e adiacenti al granaio tre camere da letto padronali con pareti dipinte e pavimenti di maiolica e la scala di accesso, con gradini di ardesia, erano tipiche delle case nobiliari del tempo.
Oggi le camere sono destinate a biblioteca e depositi del museo.
La Collezione e allestimento
Gli oggetti esposti nel museo provengono tutti dalla casa Steri, alla cui storia sono inscindibilmente legati. Oggetti, strumenti da lavoro sono però muti, incapaci di per sé di narrare la propria storia e quella del mondo che li ha prodotti e usati.
L’allestimento museale affida ad una ricca documentazione scritta e iconografica (esposta sui leggii ed altri espositori), in forma di album consultabili, pannelli, schede letterarie, schede d’identificazione, gigantografie, il compito di descrivere le originarie funzioni e i relativi contesti d’uso.
Il Museo accoglie dal 2007 la prestigiosa collezione etnografica del famoso pittore sardo Foiso Fois.
Dal 2017 il Museo è inserito nell’Albo Regionale degli Istituti e dei luoghi della cultura col riconoscimento effettivo e dal giugno 2021 è stato accreditato tra i musei nazionali.
In tutte le sale
L’identificazione degli oggetti esposti è affidata a cartelli didascalici particolari per senso estetico e per efficacia comunicativa. Una foto stilizzata del contesto espositivo evidenzia a colori l’oggetto a cui si dà il nome scritto in tre lingue, sarda, italiana ed inglese.
La documentazione scritta della ricerca scientifica è consultabile negli Album dei diversi cicli agrari e in quelli della storia della alimentazione sarda. Sono collocati, nelle relative camere, su particolari leggii di canne, corredati da illustrazioni di quadri di artisti sardi e da foto antiche di vari collezionisti.
Le schede letterarie, con i brani di autori sardi che descrivono momenti di attività contadine, arricchiscono il patrimonio di conoscenze.
I pannelli, invece, forniscono informazioni sulla storia della famiglia, della casa e del suo recupero e offrono una varietà di chiavi di lettura.
La segnaletica è rappresentata da planimetrie generali contenenti l’evidenziazione della sala in cui ci si trova e del percorso per accedere ai servizi e alle uscite.